lunedì 12 dicembre 2011

C'è chi è nato per star zitto, c'è chi è nato per subire.

Agli Zen Circus ci arrivi, se ci arrivi, più o meno per tre motivi:

- sei Pisano e li segui dagli albori, quando suonavano alla festa delle medie e ti vanti di conoscere tutti i loro testi in iglese a memoria;
- sei un fanatico o comunque informato quando si parla di movimento indie italiano e quindi, per un motivo o per un altro, ci hai sbattuto il muso per forza di cose;
- ti sei imbattuto poco tempo fa nel loro precedente CD nel tuo negozio di fiducia e ti ha incuriosito il titolo tanto da non resistere e comprarlo.

In ogni caso non ci arrivi grazie ai canali mediatici, non se li caga nessuno. Ma se ci arrivi... be', se ci arrivi ne rimani folgorato. La band ha un sound molto asciutto e basico e dei testi che solo un sordo-scemo non amerebbe. Cinici e carichi di ironia, ogni canzone è un'aspra critica nei confronti della società ottusa, borghese, perbenista e cattolica che contraddistingue il nostro paese. Ecco, questo era il loro disco precedente, Andate Tutti Affanculo, e fin qui ci siamo. Ora invece siamo di fronte ad un nuovo lavoro in studio, il loro settimo disco, il secondo interamente scritto, cantato e interpretato in italiano.

Uscito l'ottobre scorso, Nati Per Subire non si discosta dal precedente lavoro più di quel tanto; nessun cambiamento radicale, anzi, se di radici dobbiam parlare, facciamolo dicendo tranquillamente che questo è il proseguimento naturale del precedente lavoro in studio: un modo di suonare molto basico (ok, ho detto anche asciutto prima), sempre cinici e con canzoni cariche di ironia e piene di aspre critiche nei confronti della società ottusa, borghese, perbenista e cattolica che ci circonda. Niente di nuovo sotto il sole, ma non per questo il disco non ha spessore e non riesce a convincere, anzi, lo fa... lo fa eccome. L'unica differenza, se proprio vogliamo dirlo, è che ci si accorge che i ragazzi son stati 'notati' dalle persone giuste, e con persone giuste mi riferisco agli omini del mixer che hanno arricchito (non di molto) la produzione che, rispetto al precedente, si fa un po' cicciotta grazie agli svariati contributi artistici di (in ordine, cito da Wikipedia) Ministri, Enrico Gabrielli, Giorgio Canali, Alessandro Fiori, Nicola Manzan e Il Pan del Diavolo.

Insomma, un salto di qualità anche se proprio proprio salto non è.... diciamo pure che si stan facendo una bella passeggiata seguendo il naturale corso delle cose. E che cose!

Ascoltateli e, perché no, vergognatevi un pochino per non averlo fatto prima.
Solo un po'.

Nessun commento:

Posta un commento