martedì 26 giugno 2012

Billy Shakespeare era un EMO.



"I thought that your love was a matter of fact,
but I lost my pride when I realized that
the smack in my bag and my baseball bat
was all you were after."

lunedì 11 giugno 2012

SOUNDGARDEN - Arena Concerti Fiera di RHO (MI), 4 Giugno 2012


Capire come chiamare questo evento è dura. Sulla carta c'è scritto SOUNDGARDEN, ma potevano tranquillamente chiamarlo "Reunion Festival" o "Never Say Never", visto e considerato il cast che andava a comporre il resto del cartellone dell'evento tenutosi il 4 Giugno scorso all'Arena Concerti Fiera di Rho. I presenti, infatti, hanno assistito alle esibizioni di almeno tre band riunitesi dopo più di una decade di inattività e che in pochi, pochissimi si sarebbero anche solo potuti immaginare di riuscire a rivedere dal vivo tanto facilmente. Figuriamoci la stessa sera sullo stesso palco! Fatta eccezione per i Triggerfinger, che essendo arrivato tardi non sono riuscito a sentire, e gli - a parer mio - inutilissimi Gaslight Anthem, gli spettatori son stati testimoni di un lungo e intensissimo amarcord anni '90, una full immersion in ricordi ed emozioni seppellite per anni. Ad assistere all'esibizione di Afghan Whigs, Refused e Soundgarden c'è un pubblico misto, ma la vecchia guardia è quasi tutta lì e si fa fatica a non distinguerla dal resto degli spettatori. Magliette scolorite dal tempo, teste bianche e signorotti di quarant'anni felici come infanti ed esaltati fin dal primo pezzo della band di Cornell& co. Ad un primo impatto, quello che colpisce lo spettatore medio (me su tutti), è che pare quasi che le band di cui sopra non abbiano mai smesso di suonare assieme in tutti questi anni ed è difficile credere che non sia così perché le tre esibizioni lasciano tutto, fuorché l'amaro in bocca. La band di Greg Dulli, in gran rispolvero, propone classici da pelle d'oca, una vera e propria scaletta da greatest hits; gli svedesi capitanati da Dennis Lyxzén, invece, fanno perdere definitivamente le articolazioni alle prime file con un set così devastante da mandare al tappeto un qualsiasi frequentatore abitudinario della scena hardcore odierna. Ottimi presupposti e un ottimo antipasto per quella che poi sarebbe stata la grande abbuffata finale.

Alle nove e mezza quasi spaccate le luci finalmente si spengono e quello che si sente in sottofondo è l'intro del primo pezzo in scaletta. "Searching with My Good Eye Closed" apre le danze a quella che sarà una scaletta praticamente perfetta. Ci siamo, l'attesa è durata fin troppo... salgono sul palco i Soundgarden! L'emozione è tanta, le aspettative purtroppo no. Visti i trascorsi concertistici recenti del cantante, la paura è quella di assistere al concerto di quattro talentuosissimi musicisti pronti ad accompagnare (anche se, parlando nello specifico di questa band, il verbo "accompagnare" è una bestemmia) una voce non più all'altezza dei tempi che furono. Certi pezzi proposti erano gatte da pelare anche per il Cornell che le ha incise negli anni '90, però l'uomo dagli occhi di ghiaccio riesce a sorprendere tutti e, grazie anche a qualche aiutino tecnologico che comunque non gli fa perdere la dignità, riesce a regalare un'esibizione coi fiocchi per quasi tutta la durata dell'esibizione. Ho visto gente piangere fin dal secondo pezzo in scaletta, "Spoonman", e gli stessi non disdegnare l'insipida "Live to Rise", ultima fatica incisa per la colonna sonora del film The Avenger e che presto, a detta del cantante, farà da apripista a un nuovo lavoro in studio del quartetto di Seattle.

Come già detto, la scaletta (che troverete alla fine della recensione) regalerà non poche soddisfazioni a chi è riuscito ad accaparrarsi il costoso biglietto. Fatta infatti eccezione per il primo disco, inspiegabilmente lasciato in disparte, la band estrapolerà pezzi da tutta la discografia, emozionando e, nonostante le aspettative fossero bassissime, soddisfacendo tutti fino al midollo con una gran prestazione, sia strumentale che vocale.

Io per primo, mai avrei creduto di poter assistere a un loro concerto senza lamentarmi di nulla, ma, a conti fatti, non c'era nulla di cui lamentarsi. Tralasciando il parere sulle prime due band esibitesi, la serata è stata impeccabile. Sia per quanto riguarda la musica proposta dalle band di supporto e gli headliner della serata, sia per quanto riguarda l'organizzazione dell'evento che, a differenza dell'anno scorso in occasione della prima edizione del Rock in Idro sempre a Rho, ha reso il tutto molto più vivibile regalando a chi era lì fin dal primo pomeriggio la possibilità di rifocillarsi all'ombra e di poter comunque ascoltare le esibizioni anche nel punto più remoto del pit perché, udite udite, è tornato il volume! Speriamo solo non sia un'eccezione dopo anni di quasi silenzio e speriamo che non sia l'ultima possibilità per poter assistere ad una serie di concerti così nel nostro bel Paese di... va be', ci siamo capiti.

SETLIST:
- Searching with My Good Eye Closed
- Spoonman
- Gun
- Hounted Down
- Live to Rise
- Loud Love
- Ugly Truth
- Fell on Black Days
- Blow Up the Outside World
- My Wave
- The Day I Tried to Live
- Outshined
- Rusty Cage
- Burden in my Hand
- Superunknown
- Black Hole Sun
- 4th of July

ENCORE:
- Jesus Christ Pose
- Slaves & Bulldozers




[Grazie mille a Elena per la gentile concessione della foto!]