sabato 16 aprile 2011

Wasting Light in the Garage.

"Sai che c'è? Ho venduto milioni di dischi con la mia band precedente, ne ho venduti altrettant... ehm... qualcosina meno, dai, ma pur sempre milioni con la mia band attuale. Ho fatto sei dischi, ho girato il mondo, collaborato con artisti d'ogni sorta e realizzato quasi tutti gli obbiettivi che una persona normale - nel suo campo - non si sognerebbe neanche di realizzare. Sai che ti dico? Me ne torno nel mio garage come quando ero un moccioso con un sogno: il ROCK 'N' ROLL!"

No, non le ha dette veramente lui queste cose, però mi piace pensare l'abbia fatto. Perché? Diciamocelo, c'è poco da raccontarla su, Dave Grohl ha ben pochi motivi per non sentirsi realizzato nella vita. Sono vent'anni che raccoglie un successo dopo l'altro, vent'anni che magari in prima persona, magari come spalla, riesce a lasciare piccole a significative e indelebili tracce di se nel mondo della musica. Questo disco ne è l'ulteriore prova. Zero pretese, zero aspettative. Ormai sono una band rodata e, si sa, è difficile aspettarsi grandi cambi di rotta o grosse sorprese. Solo amplificatori a manetta e vene gonfie sul collo. Quindi, se vi aspettate chissà quale disco, tranquilli... è solo rock'n'roll... ma Dio solo sa quanto ci piace!!
Pur non cambiando rotta, però, qualche novità c'è. Infatti questo lavoro è caratterizzato dall'abbandono del digitale voluto fortemente dalla band, per un disco del tutto concepito per l'analogico. Infatti, nel virgolettato inventato qui sopra, una cosa vera e certificata c'è, e cioè che Grohl e i suoi Foo Fighters (con il redivivo Pat Smear in formazione - ex Germs, ex Nirvana - alla terza chitarra) hanno scritto e registrato in un garage e l'hanno fatto senza l'utilizzo di computer o apparecchiature computerizzate. Questo ritorno, che definirei tutt'altro che in sordina, regala ai fan datati una vecchia collaborazione oltre a quella con ciccio-Smear, infatti (in un pezzo e non in tutto il disco, come il chitarrista sopracitato) alle quattro corde nella decima traccia del disco, I Should Have Known, c'è un certo Krist Novoselic, che mi rifiuto di spiegarvi chi è. Se non lo sapete, fuori da questo blog!!! Eheh...
Come dicevo poc'anzi, Wasting Light è un disco interamente registrato in analogico, su bobine di nastro magnetico, come una vecchia rock band anni '70. Il risultato è ottimo, undici tracce ben strutturate e suonate impeccabilmente per un ascolto forsennato e tutto d'un fiato e una percezione degli strumenti a dir poco avvolgente e calda. Come diceva Ale nel suo blog, pur non essendo composto da canzoni con grandi pretese, che non peccano certo di originalità, questo lavoro ti entra in testa e non ti molla. Un disco easy, appunto, ma che lascia il segno.

Ancora due cosine: a questo link troverete un live set fatto in studio di registrazione, dove la band suona per intero il nuovo disco. E, per chi non avesse ancora comprato materialmente l'ultimo lavoro di Grohl e soci e ha intenzione di farlo, vi segnalo che nel booklet, come ulteriore dimostrazione che la band tiene a precisare che il disco è stato registrato in un certo modo, c'è un pezzetto di nastro tagliato (penso) da una delle bobine usate per incidere il materiale in studio. Roba da matti, o semplicemente un feticcio per collezionisti. Decidete voi. Io ne son stato felice.

Nessun commento:

Posta un commento