sabato 16 aprile 2011

Le cose più belle sono quelle che durano poco.

Come da titolo, questi quaranta minuti o poco più di disco sono composti dalle cose più belle in cui mi sia imbattuto da qualche mese a questa parte. I Marta Sui Tubi, album dopo album, riescono ad essere per me l'unico gruppo capace di farsi riconoscere fin dalla prima nota, senza però riuscire mai ad annoiare o a risultare scontati. In questi quaranta minuti c'è tutto: ironia, cinismo, sentimentalismo (mai banale), rabbia e disgusto nei confronti di una comunità che mai come ora viene tenuta stretta al guinzaglio mediatico. Un mix che al mio palato regala la sensazione dell'acqua fresca bevuta direttamente alla sorgente, sotto un sole cocente. È acqua, so che sapore ha (o non ha), ma nonostante tutto è sempre qualcosa di sorprendente il sollievo che si prova nel riempirsene la bocca. Ecco, cercavo appunto una metafora adatta per descrivere cosa sono per me i Marta Sui Tubi e il loro Carne Con gli Occhi in questo momento: acqua fresca che sgorga in un deserto musicale desolato e arido di contenuti.


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