giovedì 12 agosto 2010

E non l'ho fatto

Sono due anni oggi e ancora non riesco a perdonarmi per le volte che avrei potuto chiamarlo e non l'ho fatto, le volte che sarei potuto andare a trovarlo... e non l'ho fatto. Non riesco a perdonarmi per tutte le volte che avrei potuto fargli sapere quanto gli volevo bene, invece di dare per scontato che per me ci sarebbe sempre stato. Sono passati due anni da quando non c'è più, da quando se n'è andato senza alcun preavviso; cinque dall'ultima volta che l'ho visto... in lacrime.

"Torna. Se non ce la fai con i soldi perché costa troppo, vieni lo stesso. Non preoccuparti, te lo pago io il viaggio... ma torna" - le ultime parole che mi ha detto, l'ultimo abbraccio.

Due, forse tre telefonate in tre anni e quello che riuscivo a dirgli - me ne vergogno, Dio se me ne vergogno - era più inutile e vuoto di qualsiasi cosa voi possiate pensare. Colpa della mia maledetta incapacità ad esprimermi con in mano una cornetta? Colpa della mia svogliatezza? Colpa della mia immaturità? Non so quale sia la colpa più grave, so solo che mi manca; mi manca tantissimo e non so quanto male farà tornare lì e capire che non c'è più, che l'ho perso e non ho potuto nemmeno dirgli addio. Gli devo più di quanto abbia mai immaginato e me ne accorgo solo ora, proprio ora, quando ormai è troppo tardi e non potrò mai più dirgli grazie.

Non so quanto tempo passerà prima che questo vuoto riesca a colmarsi, ma so che fino ad allora non riuscirò a perdonarmi; e mi viene da piangere per tutto quello che avrei potuto fare per lui e non l'ho fatto, tutto quello che avrei potuto dirgli e non gli ho detto.


No, non ci riuscirò.

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