"Lasciate che ve lo dica: siete il miglior pubblico milanese da anni a questa parte... e non lo dico tanto per dire. Grazie."

Tutto questo per dire cosa? Semplice. Questo pubblico è stato davvero uno dei migliori visti anche dal sottoscritto. La cosa che mi ha sorpreso di più è che la scaletta è stata per lo più composta da brani recenti, solo un pezzo da Germi e un paio da Non è Per Sempre e Hai Paura del Buio?, il resto attingeva da Quello Che Non C’è in poi, e il tutto con una reazione inaspettata da parte del parterre, il quale ha reagito straordinariamente, cantando persino pezzi tratti dal loro ultimo e ostico lavoro: Padania.
Il primo punto a favore del concerto è stato quello riguardo la location. Il Villa Arconti Festival a Bollate, infatti, offre allo spettatore parcheggio e, pur essendo ai margini nell’interland milanese, possibilità di sentire i gruppi a un volume decente in quanto il tutto è circondato da campi e desolazione. Persino gli stormi di zanzare hanno dato tregua agli spettatori. Mai viste tante e tutte assieme in una volta e, soprattutto, mai visto insetti più indifferenti e pacifici! Incredibile.
L’esibizione è stata maestosa, nonostante l’esclusione di vari pezzi ‘storici’. La band ha mantenuto un tiro e un coinvolgimento quasi senza pari. L’apporto di Xavier Iriondo, poi, è sempre più cruciale. Vale da solo - senza esagerare - il prezzo del biglietto. Un personaggio vero e un musicista che sfiora la perfezione robotica pur mantenendo una furia punk senza eguali, cosa sempre più rara nel nostro paese.
Sempre riguardo l’esibizione, ero molto curioso di sentire i pezzi nuovi dal vivo e, con sommo piacere, mi ritrovo sorpreso nel vedere e ascoltare come la band sia riuscita a mantenere la forza dei brani più ostici nonostante le aspettative. Pezzi come "Ci Sarà una Bella Luce" e "Costruire Per Distruggere" acquisiscono un valore aggiunto in chiave live, quasi toccando picchi che su disco si fa molta fatica ad assimilare.
Il gruppo è molto coeso e cavalca una scaletta ‘promozionale’ che, nonostante l’esclusione di alcune perle del loro repertorio, strizza comunque l’occhio agli anthem necessari e lo fa in maniera impeccabile. Il tour approdato all’Arena Civica al quale ho potuto assistere l’anno scorso, ha dato il là a una formazione che oggi, a conti fatti, è forse la migliore che abbia mai suonato a nome Afterhours dagli esordi ad oggi. Si sente, ma soprattutto si vede. Non ho mai visto la band dell’istrionico Manuel Agnelli più coinvolta e divertita di così su un palco, ne dal vivo ne nei video di repertorio. Nessuno di loro è riuscito a mantenere la propria posizione per tutto il concerto, cosa successa in passato. Vuoi per noia, vuoi per la frustrazione causata dal pubblico che vi ho descritto nelle prime righe di questo posto.
Durante l’esibizione picchi di emotività e furia rock’n’roll l’hanno fatta da padrone, al punto da regalare allo spettatore la sensazione d’aver assistito a una rinascita storica. L’umore, la sintonia e la voglia di suonare erano ad un livello tale che pareva di assistere all’esibizione di una band di esordienti. Nemmeno io, che li ascolto e li seguo da anni, riuscivo a credere ai miei occhi.
In sintesi: se capitano dalle vostre parti, non perdete l’occasione di andarli a sentire. Ne vale e ne varrà sempre la pena. Anche se non suoneranno mai a Sansiro.
Fidatevi.
SETLIST
- Metamorfosi
- Terra di Nessuno
- La Verità che Ricordavo
- Male di Miele
- Costruire Per Distruggere
- Spreca Una Vita
- Padania
- Ci Sarà una Bella Luce
- Ballata Per la Mia Piccola Iena
- È Solo Febbre
- Bungee Jumping
- Il Paese è Reale
- Sulle Labbra
- Nostro Anche Se Ci Fa Male
- Io So Chi Sono
- La Terra Promessa Si Scioglie di Colpo
ENCORE
- Tutto Fa un Po' Male
- La Vedova Bianca
- Improvvisazione (Jam Session)
- Bye Bye Bombay
ENCORE, 2
- Pelle
- Quello Che Non C'è
- Posso Avere il Tuo Deserto?
ENCORE, 3
- Voglio la Pelle Splendida
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