martedì 10 agosto 2010

Jane says “I'm done with…”

È passato un bel po’, ma ricordo ancora il giorno in cui lessi dei Jane’s Addiction su un minuscolo libricino che parlava in maniera molto sintetica di quella che era la biografia di uno dei miei gruppi preferiti di sempre, i Red Hot Chili Peppers. Buffo, ne parlavo giusto oggi con Cristina e una nostra amica fuori dalla biblioteca comunale; ricordo ancora quando lo presi in prestito da loro anni fa. Lo lessi in meno di dieci minuti, ma la cosa buffa, quella che me ne ha fatto riparlare oggi, è che anni dopo il prestito mi arrivò una raccomandata con ricevuta di ritorno con scritto che il mio prestito era ‘scaduto’ da almeno 350 giorni. Si, perché l’ho letto in dieci minuti, ma poi è rimasto lì in mezzo ad altri libri, cartacce e disegni d’ogni sorta per più di un anno! Ricordo ancora la faccia della bibliotecaria che nemmeno mi fece parlare quando glielo diedi in mano. Dissi una cosa del tipo “Mi scusi ma è rimas…” “Si, grazie. Arrivederci”. Un arrivederci detto con una faccia e un tono che volevano dire “Non farti rivedere almeno per lo stesso tempo per il quale ti sei tenuto il libro”; che poi faceva anche abbastanza schifo come biografia, il libro era minuscolo e sbrigativo ed il prezzo di copertina era inferiore alle vecchie cinquemila lire. Se me lo diceva gliene davo dieci per il solo gusto di bruciarlo una volta tornato a casa. Per me ai tempi era il massimo, ma a posteriori, dopo aver ascoltato ogni nota di ogni loro disco, dopo aver letto ogni cosa scritta sul loro conto, posso dire in tutta tranquillità che quel libricino era davvero brutto e pieno di imprecisioni e cose scritte a caso, forse riportate per ‘sentito dire’, ma va be’.

In quelle poche pagine arrivai al punto in cui, nel 1995, si fa riferimento ad una parentesi in cui il chitarrista prodigio dei Red Hot, John Frusciante, venne sostituito - dopo la sua dipartita nel 1992 - dal chitarrista storico dei Jane’s Addiction, cioè Dave Navarro. In molti se lo ricorderanno per la sua storia da cento copertine con Carmen Electra, per il suo milione e mezzo di partecipazioni in altrettanti milioni di gruppi o progetti e per la sua carriera nel porno, ma gli appassionati di musica lo ricorderanno sempre come un chitarrista tanto eccentrico e narcisista quanto grandioso alle sei corde. Leggendo mi incuriosì questa parentsi su Navarro e il suo ex gruppo, soprattutto quando chi lo ha scritto ha fatto menzione a Perry Farrel, il vocalist nonché scrittore di tutti i testi dei Jane’s, e della sua voce “unica e particolarmente pungente”. Ai tempi non avevo internet e la stampa era quella che era, molto selettiva e attenta al ‘nuovo’. Ero piccolo, avrò avuto quattordici anni e non avevo un mezzo di locomozione adatto a portarmi in centro e tantomeno i soldi per potermi permettere il costo dei mezzi pubblici più quelli dei CD, quindi accantonai l’idea.

Non mi scordai di loro, infatti, due anni dopo, in coincidenza con l’acquisto di un pc con tanto di connessione a internet, riuscii ad accaparrarmi almeno la loro discografia in mp3, visto che comunque le finanze ai tempi erano ancora scarse per quel tipo di acquisti. Mi piacque subito l’impatto sonoro, selvaggio, pregno di riff funkeggianti come piacevano a me e quella voce acuta e ruffiana… Dio, li adorai da subito. Consumai le cuffiette ai tempi e fino ad oggi non ero riuscito ad accaparrarmi nulla di originale del loro repertorio, ma grazie a RockBottom.it (un negozio di dischi di Firenze che da la possibilità di acquistare on line pagando alla consegna in contrassegno) e alla mia malatissima passione per il formato analogico della musica e al non trascurabile ritorno in voga degli LP, sono riuscito a recuperare il materiale storico della band e oggi mi sono ritrovato ad ascoltare in cuffia, completamente rapito, il primo e omonimo disco dei Jane’s Addiction; un disco del 1987 che racchiudeva il materiale scritto da Farrel e soci dal 1985 al 1987, appunto, e il tutto venne racchiuso in un’unica e sensazionale esibizione allo storico The Roxy di Los Angeles (California).

Stampato successivamente su vinile per un’etichetta indipendente, questo live lo associo mentalmente all’operazione fatta dai Guns N’ Roses più o meno nello stesso periodo con “Live! Like a Suicide”, solo che i Jane’s registrarono un concerto al quale aggiunsero sovraincisioni in studio, mentre i Guns fecero il contrario e cioè registrarono il disco in studio e vi aggiunsero gli effetti che lo facevano sembrare una vera e propria esibizione live pressata su disco.

Tornando al lavoro dei quattro californiani, queste dieci canzoni sprizzano un’energia pazzesca e sfido chiunque al giorno d’oggi a trovare un gruppo di esordienti che riesca a trasudare dal vivo tutta la violenza e la passionalità che trasmette questo live. I picchi il disco lo raggiunge con pezzi come le potenti Whores e Pigs in Zen, con la stupenda, malinconica e psichedelica I Would For You o la più famosa Jane Says, pezzo dedicato a Jane Bainter, un’amica della band, la stessa che con i suoi ‘vizi’ ha ispirato il nome del gruppo.






Insomma, il genere di concerto al quale mi piacerebbe assistere… lo stesso che consiglierei a voi.

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