giovedì 19 gennaio 2012

Where is the future?

Where is the future that was promised us?
Where is the future for everyone?
Where is our future of fun?
I'm sick to death of this one.
I want a world run by giant brains,
instead of small-minded arrogant fools.

domenica 15 gennaio 2012

A.D.C.

L'altro giorno, imbattendomi in un post su Fard Rock che parlava del tentativo di immettere di nuovo sul mercato le ormai defunte musicassette, sono entrato in un trip nostalgico fatto di ricordi, suoni e odori che andavano a completare il pensiero espresso un post fa quando parlavo del pezzo contenuto nel primo disco dei Nirvana.

Ad essere sincero, io della "cassettina" ne sento la mancanza. Il ricordo di questo supporto audio mi riporta indietro di almeno vent'anni, quando le ascoltavo in macchina con mio padre durante i lunghi tragitti (storico l'arrivo a casa del primo mangiacassette autoreverse), quando le ascoltavo nel walkman con le cuffiette nel tragitto casa/scuola e, per questo motivo, spesso passavo interi pomeriggi di START/PAUSA davanti al ricavato archeologico / hi-fi di casa a trasferirle dentro da CD le mie canzoni preferite, a studiare le tracklist affinché le canzoni stessero bene una dopo l'altra e soprattutto che i tempi delle stesse andassero a coprire perfettamente i 30/45 minuti a disposizione per ogni lato, senza lasciare buchi, o peggio, che il nastro finisse a metà dell'ultima canzone. Vuoi mettere la soddisfazione di unire una passione, come quella dell'ascoltar musica, alla fisicità della cosa? Oggi, a parer mio, con l'avvento dell'mp3, non c'è più lo stesso gusto nel farlo. C'è un ascolto molto più distratto. Purtroppo l'immediatezza di un file compresso fa si che sia una macchina a dirti quanto duri un pezzo e non una nota di copertina (conseguente è la diseducazione all'acquisto dei dischi che si amano), fa si che si che durante la registrazione su CD tu non possa ascoltare ciò che registri. Parliamo di un ascolto in meno, ok, ma non solo. Parliamo di una staticità alla base che ti fa perdere il piacere di ascoltare e provar gusto nel farlo. Diciamo che una compilation home made su cassetta dava molte più soddisfazioni di quelle che si fanno oggi su CD o sugli ormai comuni lettori mp3.

Altro motivo per il quale sento la mancanza della cassettina è il suo suono, molto diverso rispetto a quello degli agli altri formati e riconoscibilissimo. Ti accorgi di stare ascoltando un vinile per l'inconfondibile scricchiolio della polvere sotto la puntina e la sua rotondità sonora, il CD per la pulizia dei suoni e la riproduzione impeccabile, mentre la cassettina la riconosci per i suoi bassi ruvidi e marcati e una riproduzione che, a causa del peso della bobina, va rallentando durante l'esecuzione. Ma ci stava! Chi ascoltava la cassettina lo faceva perché ai tempi era il metodo più comodo, non il più fedele. Però a me quel tipo di suono lì piaceva un sacco. Alcune canzoni, ascoltati oggi su CD, mi fanno rimpiangere il vecchio formato su nastro. Bleach dei Nirvana, per esempio, suona da dio su cassetta, forse meglio di qualsiasi altro formato. Molto probabilmente perché quel sound lì è nato per suonare con quel tipo di supporto. Come per i Nirvana, lo stesso discorso andrebbe fatto anche per band come Pixies, Mudhoney, Sonic Youth... senza escluere tutti i gruppi della new wave o rap anni '80 come i The Cure, i Beastie Boys e i Run DMC che con quella forte impronta lasciata da strumenti come il basso e la batteria su cassetta erano perfetti.

La cassettina, anche grazie all’esplosione dei network radiofonici privati, è il dipinto perfetto di un’epoca. Più del vinile, se ci pensate bene. Con l’avvento dell’mp3, appunto, un suo ritorno sul mercato è infattibile. Che siano molto più affidabili i CD e che i Vinili abbiano più fascino lo sanno tutti, non ve lo devo certo dire io, ma i tempi della cassettina erano i tempi della passione sfegatata per tutto ciò che girava attorno all’alta fedeltà. Per la sua imprevidibilità, appunto, e per la sua imprecisione che ti faceva badare molto di più a quello che stavi ascoltando. Le cassette le abbiamo amate ed odiate tutti quanti e si sa, quando una cosa - sia nel bene che nel male - ti emoziona… non c’è storia. O meglio, fa la storia.

lunedì 9 gennaio 2012

C'è un tempo per ricordare, uno per lamentarsi e uno per lamentarsi di un ricordo.


Con il semplice ascolto di questa canzone riesco a sentire ancora l'odore di nafta provenire dal tubo di scarico del bus perso, la fatica provata nel ritornare a piedi a casa dal lavoro in quelle mattine umide di Novembre.

Si, una volta lavoravo anche io.
Una volta.

Walkman e acido lattico.

Finire di lavorare alle 10.00 del mattino, dopo sole tre ore, arrivare a casa alle 12.00 e alle 13.00 ritornare da dov'ero arrivato.

Bei tempi?
Senza ombra di dubbio.